Trentatre ex leoni del circo sentono il sole africano sulla schiena e l’erba sotto i piedi dopo una vita di miseria e abusi nei circhi itineranti in Perù e Colombia.
I leoni hanno compiuto l’incredibile viaggio di ritorno al loro luogo di nascita dopo un erculeo sforzo di salvataggio da parte di “Animal Defenders International” (ADI).
Tim Phillips, co-fondatore di “Animal Defenders International”,
ha affermato che i soccorritori hanno affrontato sfide incredibili nel rintracciare e salvare i leoni dai circhi illegali in Perù e Colombia.
Gli animali da circo sono vietati nei paesi, ma molti circhi itineranti operano in aree remote e si sono trasferiti sottoterra dopo l’entrata in vigore delle leggi.
Il gruppo dell’ADI ha lavorato con le autorità governative per trovare e sequestrare gli animali.
Molte volte sono stati accompagnati da squadre SWAT e la polizia ha cercato di salvare gli animali.
Hanno quindi dovuto trasportare i leoni da aree remote delle Ande e riportarli ai loro centri di soccorso.
Era uno sforzo che ha richiesto 18 mesi per essere realizzato! Tra 100 animali salvati, 33 erano leoni.
Questi grandi felini maestosi hanno sopportato una vita di sofferenze, confinati in minuscole gabbie, maltrattati e mutilati.
Sono stati presi accordi per riportarli alla loro terra d’origine: in Africa!
Purtroppo, i leoni non saranno mai in grado di sopravvivere da soli a causa delle loro condizioni fisiche.
Molti hanno avuto gli artigli rimossi e i denti fracassati.
“Non possono tornare allo stato brado, ma possono tornare a casa”, ha detto Tim in un’intervista.
I leoni vivranno il resto dei loro giorni in pace e libertà all’Emoya Big Cat Sanctuary a Vaalwater, in Sud Africa.
“Sole africano, cieli notturni africani, boscaglia e suoni africani, nuvole, temporali estivi, grandi recinti in un ambiente naturale dove possono ricordare chi sono”,
ha detto in una nota Savannah Heuser, fondatrice di Emoya Big Cat Sanctuary.
Tim ha detto che riportare in Africa i vecchi leoni maltrattati è uno dei suoi momenti più orgogliosi.
