Quando Jono Lancaster aveva solo 36 ore, i suoi genitori l’hanno abbandonato e l’hanno dato in adozione.
Il bambino è nato con una rara malattia genetica chiamata sindrome di Treacher-Collins.
La madre biologica di Jono era terrorizzata da ciò che ha visto, quindi ha subito dichiarato che non poteva avere nulla in comune con questo bambino.
Questa malattia genetica colpisce la formazione delle ossa facciali del feto.
Ciò influisce notevolmente sull’aspetto. Gli zigomi di Jono si allungavano e i suoi occhi si abbassavano.
Gli sono stati diagnosticati problemi di udito e, secondo le previsioni dei medici, il ragazzo non dovrebbe dovuto assolutamente camminare o parlare.
Il futuro del bambino era in pericolo, ma una donna di nome Jean l’ha adottato, quando aveva solo 2 settimane.
Sono passati 20 anni da allora, e ora Jono è un ragazzo di successo che vuole condividere la sua storia con il mondo.
“Per tutta la vita ho dovuto credere in me stesso perché gli altri mi guardavano e mi sottovalutavano. Ho dovuto dimostrare che si sbagliavano.”
Uno dei posti incantevoli di Jono è la palestra. È un rifugio che lo aiuta a liberare l’energia repressa e gli dà forza e motivazione per andare avanti.
Quando viene chiesto a Jono se vuole chiedere aiuto ai chirurghi, il ragazzo risponde: “Dio mi ha creato in questo modo e non è per caso”.
Quando aveva 25 anni, Jono ha cercato di parlare con i suoi genitori biologici.
Il servizio di adozione è stato in grado di consegnargli il messaggio del ragazzo.
Ma si sono rifiutati d’incontrarsi e hanno chiesto di non disturbarli più con tali richieste.
Questo ha causato un altro dolore per Jono, ma non si è rotto ed è stato in grado di trovare la forza per andare avanti.
Il ragazzo non è arrabbiato con i suoi genitori biologici e non vuole che altre persone li condannino per una tale decisione.
“Hanno fatto quello che pensavano fosse meglio per me e per loro.
È stata la loro decisione che mi ha reso quello che sono oggi. Ho un sacco di persone fantastiche intorno a me.”
Ora Jono viaggia per il mondo e aiuta i ragazzi che soffrono della sua stessa sindrome.
Gli insegna ad accettarsi così come sono perché prima di tutto dovrebbe sempre amare se stesso.